Dalla Trementina al Papercutting: Il Mio Viaggio Creativo

I ricordi d’infanzia: dove tutto ha avuto inizio

Ogni volta che sento l’odore di trementina e fumo di sigaretta, vengo immediatamente trasportata nello studio di mio papà a Plovdiv, il luogo più bello della mia infanzia. Lì trascorrevo ore, immersa nelle sensazioni che ancora oggi evocano ricordi preziosi di quel periodo spensierato.

Mi sedevo accanto a lui, osservandolo dipingere e ascoltando le discussioni appassionate e allegre con i suoi amici artisti. Quei momenti, così pieni di vita, hanno plasmato il mio percorso verso il mondo dell’arte. Sono ricordi che porto con me, legati a una bambina felice e curiosa.

 

Il percorso accademico: tra arte e sopravvivenza

Il mio percorso accademico ha attraversato tappe fondamentali che hanno contribuito a formare la mia identità creativa. Al Liceo Artistico di Lubiana, ho imparato a immaginare e realizzare abiti, acquisendo solide basi tecniche.

All’Accademia di Belle Arti di Venezia e Roma, ho scoperto la teoria e la sperimentazione, ma soprattutto ho imparato l’arte di arrangiarsi e sopravvivere. Infine, al Centro Sperimentale di Cinematografia, ho vissuto il privilegio di far parte di una selezione molto ristretta. È stata una scuola di eccellenza, dove il cinema non solo si studia, ma si crea.

 

Dopo gli studi: un viaggio creativo e personale

Dopo la conclusione degli studi, la mia vita professionale ha preso una direzione meno lineare, ma non meno significativa. Ho esplorato nuove tecniche e progetti, alternando il lavoro di costumista, illustratrice e artigiana. Le collaborazioni teatrali e cinematografiche si sono intrecciate a progetti più personali, riflettendo la mia identità creativa eclettica e, a volte, anarchica.

Essere madre ha arricchito e trasformato la mia visione del mondo e del lavoro, insegnandomi la pazienza, l’intuizione e la capacità di adattamento. Questi anni sono stati fondamentali per la mia evoluzione artistica.

 

Burano: il rifugio artistico e la scoperta del papercutting

L’isola di Burano è diventata il mio rifugio artistico, dove ho potuto approfondire la mia passione per il papercutting, un’arte che intreccia tradizione e tecniche moderne. Negli ultimi anni, lo spazio negativo è diventato centrale nella mia ricerca. Disegnare con il vuoto, dove ciò che non viene rappresentato diventa protagonista, ha trasformato il mio approccio al minimalismo.

Sono passata da sfumature complesse a un minimalismo essenziale, concentrato sull’equilibrio tra superfici piene e vuote, dove la linea scompare, lasciando spazio al gioco tra il pieno e il vuoto. Questa esplorazione mi ha riportato all’estetica dell’architettura gotica e del merletto veneziano, dove lo spazio negativo non è assenza, ma un elemento che dà forma e significato.

 

Il papercutting e l’upcycling: dare nuova vita alla carta

Il papercutting per me non è solo un percorso artistico, ma anche una forma di upcycling. Restituire vita alla vecchia carta, un materiale spesso sottovalutato, è parte integrante del mio lavoro. La carta, onnipresente e facilmente reperibile, nasconde una bellezza inaspettata.

Attraverso il mio lavoro, rendo questo materiale più resistente e durevole, trasformandolo in opere che rispecchiano non solo un’estetica minimalista, ma anche un impegno verso la sostenibilità. Il mio approccio al papercutting, infatti, è un modo per combinare la massima espressione visiva con la riscoperta del valore artigianale della carta.

 

Benvenuti nel mio primo post, dove inizia il viaggio attraverso la mia arte e le mie riflessioni. Spero di poter condividere con voi ispirazioni, idee e scoperte. Grazie per essere qui.

Vera Pavlova

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